Oltre la maschera: L’intervista ad una persona straordinaria e speciale…

Rainbow Beach La Caravella, uno dei tanti localini sulla spiaggia del Poetto di Cagliari, ma che ospita delle scintillanti signore molto speciali: Le Drag Qeen.

Salgono sul palco, protette da una maschera sofisticata e incantevole, sapientemente modellata in punta di dita e pennelli, voluminose e sgargianti parrucche, abiti scintillanti e gioielli accecanti. Le Drag sono capaci di trascinarti in un mondo ironico e malizioso con estrema maestria.

Mi accorgo di avere costantemente un largo sorriso sul volto, mentre le guardo esibirsi e battibeccare tra loro, o coinvolgere il pubblico, chiaramente imbarazzato, ma che non lo ammetterebbe mai.

Li per li si ha la sensazione che, il loro, sia un mondo spensierato, leggero e magico, perennemente e costantemente ironico. Si ha la convinzione che una Drag, sia Drag anche nella vita privata, ma quando ho visto l’emozione nei loro volti, gli occhi rossi e le lacrime bagnare la stoffa del loro abito, mentre salutavano sul palco una di loro che ritornava nella propria città, il sorriso mi si è spento. Non ci vuole molto a capire che quel mondo incantato sia solo spettacolo.

Chi si salutava sul palco erano alcune delle Drag più anziane, le veterane, come amo chiamarle, e allora penso a quanto sia stato difficile il loro percorso, mentre le “Draghette” si ritrovano oggi davanti ad un pubblico più tollerante, meno ignorante, grazie a queste persone che giorno dopo giorno hanno lottato contro la cattiveria della società.

La stima nei loro confronti è improvvisamente aumentata e, come nella mia natura, ho avuto l’impulso di scrivere su questi straordinari personaggi, ma per farlo avevo bisogno di parlare con almeno una di loro, possibilmente la più saggia, per scoprire in prima persona quale fosse stato il suo percorso e carpire i segreti dietro le quinte. Ringrazio Mario, in arte Velena Costitution Mendez, per avermi ricevuta.

La prima domanda che gli ho fatto è stata: Quando è nata Velena?

Il suo sguardo si sposta nei “ricordi” e sorridendo ha iniziato il suo racconto, di quando, forse un po’ per caso, ha iniziato ad esibirsi nei locali per racimolare fondi per l’associazione Arci Gay di cui faceva parte, aveva vent’anni.

Come avevo immaginato non fu vita facile, dal pubblico volavano addirittura bicchieri di vetro. Quanta violenza e cattiveria? Fu persino scortato dai carabinieri fuori da un paese. E allora mi soffermo a pensare alla sua paura, alla sua umiliazione, ma soprattutto al grande coraggio nel ritornare sul palco nonostante tutto. Interpretare la parte di Velena gli dava e gli da modo di sentirsi libero nel suo essere “donna” e in qualche modo riesce a infondere nel pubblico messaggi sociali importanti.

Nel suo percorso egli ha avuto la fortuna di avere una madre amorevole che è stata in grado di infondergli il coraggio per inseguire i suoi sogni e per realizzarsi e affermarsi come persona, nel mondo. Purtroppo non è sempre così, spesso è proprio in famiglia che si hanno le prime delusioni e in cui ci si sente “sbagliati”.

Mario mi ha raccontato di come una volta fece un colloquio di lavoro in un grosso ipermercato, di cui non faccio il nome, perché lo sconsiderato, ignorante e triste omuncolo era colui che faceva i colloqui. Riconobbe Mario in quanto cliente del locale dove si esibiva e naturalmente non fu mai richiamato. Per quanto oggi ci sia più tolleranza e meno ignoranza, ci sono sempre difficoltà e drammi da superare.

Quando ho chiesto che consiglio darebbe a un ragazzo che non riesce ad accettare la propria sessualità, Mario, con convinzione mi ha risposto: «Deve osare, osare e non arrendersi. Avendo la forza di mostrarsi sempre con umiltà e un briciolo di ironia, mettendo da parte la presunzione e l’offesa. Vedrà che piano, piano, con pazienza riuscirà ad accettarsi e farsi accettare.»
Mario ama il suo personaggio, definendolo “la mia parte femminile che, per alcune ore durante gli spettacoli, lascio libera di scorrazzare come meglio crede”, ed è chiaro come questo possa essere gratificante. Ma come in ogni ambiente di lavoro, oltre all’amicizia, è facile trovare falsità e gelosia, aspetto negativo e forse un po’ deludente per coloro che pensavano a un mondo “fatato”.

Credo comunque che dietro ogni Drag Qeen, ci sia una persona sensibile, come ho potuto notare negli occhi di Mario, che ho visto arrossarsi, ricordando il saluto, sul palco, con Regina, credo che insieme abbiano vissuto qualcosa di significativo e profondo… ma alcune cose restano personali come nella vita di ognuno di noi.

Annamaria Ferrarese