So che non dovrei trovarmi qui con lui, ma non ho resistito. I suoi occhi verdi, il suo modo gentile mi hanno conquistata. Le sue labbra, oh le sue labbra, mio Dio…

Non so bene da dove sia arrivato, ma come un Dio del mare ci ha raggiunto al falò sulla spiaggia, una magica festa organizzata per i quindici anni della mia migliore amica!

Lui si teneva in disparte e non parlava con nessuno, lui aveva occhi solo per me e poi a un tratto mi ha sorriso e il mio cuore è esploso, ho sentito il viso avvampare. Chi era quel giovane uomo? E perché tra tante aveva scelto me? Forse perché come lui non facevo amicizia facilmente e, a parte qualche scambio di battute con la festeggiata, non legavo con nessuno.

La festa è finita e tutti piano, piano se ne vanno, anche la mia amica Stefania è andata via, è venuta sua madre a prenderla. Volevano darmi un passaggio, ma ho detto che sarebbero venuti i miei… ho mentito.

Eccolo che si avvicina, faccio finta di nulla rovistando con un bastone la brace nel focolare. Si siede sul grosso tronco al mio fianco, il suo profumo mi inebria. Mi saluta con una voce bassa e roca, è un uomo io una ragazzina, lo so, ma non mi importa, l’età non conta, anche mio padre è più grande della mamma di ben dieci anni. È questa la scusa che mi sono data…

È stato facile parlare con lui, finalmente una chiacchierata matura e non stupida è superficiale come quelle con i miei coetanei, e poi mi guarda come se fossi la cosa più importante per lui, mi fa sentire bella e questo mi gratifica e mi rassicura. Si è offerto di accompagnarmi a casa e io ho accettato, perché non avrei dovuto? È chiaro che ci tiene a me e che mi rispetta, neppure una volta ha cercato di abbracciarmi o di baciarmi come fanno sempre quei bifolchi dei miei coetanei. Loro hanno sempre e solo una cosa in testa: scopare!

Lui è gentile, mi rispetta!

La macchina è distante dalla spiaggia, lui mi offre il suo braccio al quale mi aggrappo senza pensarci, come se lo avessi già fatto, come se lo conoscessi da sempre. Sotto la mano avverto i suoi muscoli, è un braccio forte e ciò mi rende ancora più sicura. Ridiamo e chiacchieriamo lungo il percorso a piedi e una volta arrivati nello sterrato della pineta, mi apre lo sportello e mi invita ad entrare nella sua jeep. C’è uno strano odore…

Sale anche lui, infila la chiave nel quadro e mette in moto accendendo i fari che illuminano i fusti dei pini che abbiamo davanti. Ingrana la prima, ma poi si ferma e la rimette la marcia in folle, lo guardo incuriosita.

«Vorrei baciarti e so che non potrò farlo fuori di casa tua…»

Mi dice queste parole senza guardarmi, come se si vergognasse. Sorrido per la sua tenerezza.

«Si.»

Si avvicina con delicatezza, sento la sua mano tra i capelli che mi tiene la nuca e piano mi attira a se. Il cuore mi scalpita nel petto, le guance mi bruciano e quando le sue morbide labbra toccano le mie è pura estasi…

Nell’istante in cui dischiudiamo le labbra per ricevere l’uno la lingua dell’altra, sento qualcosa di piccolo e freddo sul lato del collo e poi il calore del mio sangue mi spalanca gli occhi sull’orribile realtà: Il mio Dio è un mostro…

Annamaria Ferrarese